Come la Sharing economy aiuta la sostenibilità ambientale
La sharing economy è un modello economico in cui beni e servizi sono condivisi tra privati attraverso piattaforme digitali, definiti anche come ecosistemi digitali.
Questo sistema permette di sfruttare meglio le risorse esistenti, riducendo la necessità di nuove produzioni e minimizzando lo spreco. Lo spazio alla fantasia non ha più limiti, se non quello dovuto al calare in pratiche e sistemi chiari di interscambio a difesa di tutte le parti coinvolte.
Alcuni anni fa hanno preso forza piattaforme di home sharing che consente ai proprietari di case di affittare stanze o intere abitazioni a breve termine (caso in cui la tecnologia è andata più veloce del legislatore nazionale, ndr). Questo modello è riuscito ad ottimizzare l’uso degli spazi abitativi e renderli anche remunerativi, riducendo la necessità di costruire nuovi alberghi e strutture ricettive, che richiedono significative risorse materiali ed energetiche, ma, allo stesso tempo, aumentando l’offerta ricettiva diffusa. In questo modo anche piccoli borghi situati in zone interne e lontane dalle direttrici turistiche, si sono aperti ed hanno generato nuova ricchezza e ridistribuzione locale.
Anche gli spazi di co-working hanno rappresentato un’altra forma di sharing economy che contribuisce alla sostenibilità ambientale. Questi spazi, sviluppatosi nelle grandi città, hanno consentito a molti professionisti e aziende di condividere uffici e strutture, ottimizzando l’uso degli spazi e riducendo, anche qui, la necessità di costruire nuovi edifici. Altro fattore importante del co-working è la significativa riduzione di energia e relative emissioni associate alla gestione di uffici di “vecchia generazione”.
Lo sharing degli strumenti da lavoro, lanciato da questa piattaforma, rende accessibile bene e strumenti costosi contribuendo allo sviluppo di un’economia più equa ed anche inclusiva. Come scriviamo, Se li possiedi ma non li usi, puoi guadagnarci. Se non li hai, ma ti servono per un lavoro specifico, puoi noleggiarli senza spendere un patrimonio.
La condivisione dello strumento da lavoro permette al bene di essere utilizzato a pieno e in maniera consapevole.
Infine la diffusione della sharing mobility in (quasi) tutte le città ha reso di dominio pubblico il concetto di spostarsi con la macchina in sharing, la bici o il monopattino (alcune volte non sapientemente guidato, ndr). Meno emissioni, mezzi di trasporti più accessibili.
La shareing economy entra così a far parte di quei modelli in grado di raggiungere i 17 target dello Sviluppo Sostenibile, obiettivi declinati in tre dimensioni:
Sostenibilità Economica: garantire efficienza economica e reddito per le imprese, producendo nel rispetto dell’ecosistema.
Sostenibilità Ambientale: garantire la disponibilità e la qualità delle risorse naturali in modo da contrastare il degrado ambientale.
Sostenibilità Sociale: garantire qualità della vita, sicurezza e servizi per i cittadini (es. l’indice di sviluppo umano in termini di reddito dignitoso, aspettative di vita, alfabetizzazione, indice demografico positivo e sanità).